Culla la luna (parte 1)
C'era anche stavolta Sveta, che una fredda sera di inverno mi mandò l'immagine del suo più recente quadro. Come è d'uso tra noi due, anime connesse, non commentò né spiego alcunché (titolo, argomento, fonte di ispirazione): il titolo stava a me, non indovinarlo ma assegnarlo. Spesso Sveta mi manda foto di quadri chiedendomi di dare loro un titolo per poi iscriverli a concorsi o mostre. Lo ritengo un onore e un atto di fiducia, ma soprattutto la magica essenza di una connessione di livello superiore, che consente a me di tradurre a parole ciò che lei rappresenta con le immagini. Il pensiero. Sentiamo all'unisono, esattamente il modo in cui ci siamo conosciute.
Culla la luna
Scende la notte,
culla la luna.
Luci in città
proiettano ombre
di fieri palazzi.
Finestre illuminate,
occhi spalancati
su strade deserte.
Buie le stelle,
tristi sorelle
perdono luce
se non ci sei tu.
Vola la notte,
corre via il tempo,
veglia il mio sonno,
scaccia il mio male.
Voglio svegliarmi
nel dolce tepore
di una pallida alba,
sbatter le ali,
nel cielo volare.
Torna domani
con la luna
a cullarmi.
Tu sola
non lasciarmi.
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