Le mie margherite

A primavera, quando sbocciano le margherite a chiazze candide nell'erba del mio giardino, torno bambina ed emergono dalla fitta nebbia i ricordi della mia infanzia trascorsa in un quartiere di città di una volta, quando scorrazzavo indisturbata con la mia amichetta lungo la strada chiusa della piscina pubblica, teatro delle mie prime cadute in bicicletta, dopo che papà mi tolse le rotelline. Non ricordo se si trattasse della Graziella verde o quella me l'avessero regalata per la comunione, una volta trovata la stabilità (non emotiva). Invece all'interno della pista di pattinaggio cementata che si trovava di fronte alla piscina, sperimentai la mia goffaggine quando cominciai a muovermi impacciata coi pattini old style a quattro rotelle. Conservo una foto mia sul balcone di casa in cui calzo queste macchinette infernali, durante il duro allenamento per evitare rovinose cadute e conseguenti figuracce in pubblico. Attorno alla pista c'erano delle panche in cemento per il pubblico di mamme e fratellini e quel che rimaneva di strisce di prato era cosparso di margherite a primavera. 

Io ero fortunata perché da bambina di città potevo trasformarmi in una sorta di Heidi quando mi portavano in ritiro estivo alla casa di montagna, dove mi rotolavo sporca e orgogliosa in prati inondati di margherite nostrane. 

Ora che sono cresciuta, le mie margherite le trovo ogni mattina in palestra prima del lavoro e non solo a primavera. Sono alcune mie coetanee mattiniere che condividono con me la forza di volontà caparbia che ci spinge ad allenarci quasi quotidianamente, chi più chi meno (come me), ma ferme nella convinzione che sia un toccasana per mente e fisico e ci aiuti ad affrontare meglio la giornata. Perché margherite? Oltre ad essere il nome di una di loro, che incarna appieno la solarità e bellezza di questo fiore, descrive al meglio il loro ruolo nei miei confronti. Mi aprono la mattina, ovvero mi rivolgono ogni mattina i loro sorrisi, hanno sempre nuovi argomenti di conversazione, sono belle, intelligenti, brillanti e non si rinuncia mai a delle sane risate. Ci intratteniamo in piacevoli conversazioni e poi ce ne andiamo a lavorare con la consapevolezza di essere tutte sulla stessa barca, tutte margherite dello stesso prato. 

Curiosa di capire perché margherita in inglese si chiami daisy, ho fatto una brevissima ricerca scoprendo che deriva dall'inglese antico day's eye e richiama proprio questa particolarità, di aprirsi alle prime luci del giorno, quindi come un occhio.


 (margherite nel mio giardino a primavera)

Commenti

Post popolari in questo blog

Nina

Genova